LE RADICI DELLA LEBBRA E GLOBALIZZAZIONE A PARTIRE DAGLI ULTIMI Don Silvio Favrin, Dossier Testimonianze, Marzo 1999

LORIA 13.01.02 (49^ GML)

Mons. Camara ripeteva: “E’ un gesto d’amore la vostra presenza ed aiuto. Ma le radici della lebbra sono da voi”.

La lebbra è una malattia che disturba anche chi non è malato! Una circolare governativa proibisce di usare la parola “lebbra” (come una bestemmia!…) Fa Paura.

L’Aifo- organismo di volontariato –ONG- di cooperazione sanitaria ha scelto di combattere la lebbra perché è un simbolo:

  • - prodotta dalla miseria, ignoranza e pregiudizio (castigo)
  • - è deformante: colpisce i nervi periferici e toglie sensibilità
  • - provoca emarginazione
  • - è curabile: per assurdo la poca spesa ha bloccato la produzione di farmaci.

Anche noi vogliamo togliere dal vocabolario la parola lebbra, ma lottare perché non ci siano più lebbre.

La reazione della nostra società verso il lebbroso è influenzata dalla paura, da pregiudizi e discriminazione più che dalla conoscenza. La paura non è ragionevole perché la lebbra si può curare e molti malati sono alcuni dei nostri cittadini più celebri – Kofi Annan

Mentre lebbroso significa ancora: sfigurato, maledetto, orribile, disonorato, mendicante, delinquente. (da mostra IDEA)

Sappiamo che ci sono malattie che provocano più morti: dissenteria (in Angola 1 bambino su 3 prima dei 5 anni); malaria; AIDS; tubercolosi; morbillo… ma crediamo che il volto del lebbroso, immagine – icona degli ultimi, possa aiutare la riflessione, la compassione e la solidarietà, verso tutti i sofferenti e i poveri. La lebbra è causata dal bacillo di Hansen però è il prodotto del sottosviluppo: il terreno di cultura dove si sviluppa è la miseria.

Della lebbra parlerà più diffusamente padre Abram responsabile del progetto Aifo in Ghana, io vorrei invece riflettere sul rapporto lebbra-globalizzazione.

Globalizzazione = unificare il globo

Uno splendido programma! La visione di un “villaggio unico”, la profezia della grande famiglia umana, il sogno di Dio, la missione di Gesù, fare un unico popolo di fratelli. Desiderio e impegno di ogni uomo e donna di buona volontà e di ogni politica…..

Ma su cosa si unifica?

  • - su Economia di mercato: dollaro-yen-euro…
  • - Produzione e Profitti
  • - Armamenti: scudo spaziale, missili…
  • - G8: Grandi che mantengono l’ordine e la giustizia!
  • - ecc.

Nel 1978 ad Alma Ata - 134 paesi hanno dichiarato: “Salute per tutti entro l’anno 2000” e proclamato La carta dei popoli per la salute.

Sembra la risposta laica al Giubileo! Ricorda un altro documento di enorme valore: la carta Universale dei Diritti Umani, dell’Onu nel 1948 dopo le tragiche esperienze della guerra, profughi, lager, gulag, distruzioni….

Sono necessarie esperienze terribili per capire il valore della pace, della solidarietà?

Dopo la distruzione delle Torri Gemelle e il terrorismo tutti dicevano: “Non sarà più come prima”!…Sembra che tutto sia come prima e agli innocenti massacrati a New York, si aggiungono i bambini uccisi a Kabul!…

La dichiarazione di Alma Ata invita tutti i popoli a “globalizzare” la salute: la salute è una questione sociale, economica e politica; soprattutto è un diritto umano primario di ogni persona di qualsiasi razza, religione, età, sesso…

E’ una affermazione che comprendiamo facilmente: “la salute è tutto”….” Basta la salute”…

Lo sviluppo della salute è uno sviluppo globale “di ogni uomo e di tutto l’uomo” (Paolo VI- Populorum Progressio).

La Carta dei Popoli per la Salute afferma che salute per tutti significa il diritto al Benessere….cioè: dignità, libertà, sanità; star bene in anima, corpo e spirito; star bene con se stessi, in famiglia, con gli altri, con Dio…E rivolge alcuni inviti a tutti i popoli della terra per una vita sana in un mondo che celebra e difende la vita: “esistono risorse sufficienti per raggiungere questi obiettivi”.

Purtroppo la sanità è in crisi e fame e povertà sono in continua crescita perché aumenta lo squilibrio e la disuguaglianza tra popoli ricchi e poveri: sono il 75%!. E’ un problema gravissimo di ingiustizie e sofferenze. Ed è un”vulcano “che accumula ribellione e odio e può esplodere contro il nostro sistema. (I kamikaze e il terrorismo ne sono un segno).

Le attuali corporazioni multinazionali concentrano nelle mani di pochi: capitali, interessi, profitti enormi…difesi dal FMI – BM – Organizzazione Mondiale del Commercio e altre agenzie finanziarie che riescono a dominare ogni iniziativa politica contro i diritti sociali dei popoli poveri. Per esempio la Fischer, multinazionale farmaceutica e chimica, ha un bilancio superiore all’OMS..poi la Bayer, la Nestlè, la Carbide e il disastro di Bophal .

Ecco gli inviti della Carta:

1. La sanità deve essere centrata sulla persona; ogni persona ha il diritto di essere curata. Ci sono malattie inguaribili, non ci sono malati incurabili. La vita e la salute di ogni essere umano è scra e i suoi diritti sono inviolabili e inalienabili….(La strage degli innocenti).

Quegli “sguardi dai confini del mondo” sono preghiera e accusa contro ogni “confine”! La sanità di base deve combattere contro la privatizzazione dei servizi sanitari: ambulatori, farmaci, prevenzione…(non lebbrosari) per tutti.

L’Associazione “Medici senza Frontiere” è impegnata a togliere il brevetto per l’accesso ai farmaci essenziali e ha trovato l’Appello del governo del Sud Africa.

2. Salvaguardia dell’Ambiente: “La terra è malata”, titolo del Corriere del 9/1. Un miliardo di persone senza acqua (e sarà la sfida del futuro!…) L’inquinamento è il nostro habitat. Siamo avvolti non dai vestiti, ma da smog velenoso, viviamo in una camera a gas.

3. Sfida per uno sviluppo sostenibile: è soprattutto un fatto di educazione contro lo spreco. Volere un modello di vita sana, contenta, fraterna.

In conclusione: anche se i problemi e le difficoltà sono globali, dobbiamo incominciare a “cambiare noi per cambiare il Mondo”.

Nel Convegno Aifo di Assisi: “Con gli ultimi per un’alternativa di giustizia”, fratel Arturo Paoli ci diceva: Dobbiamo assumere la sofferenza e le necessità degli ultimi, non per buon cuore, ma per salvarci noi e gli altri.

I poveri, i lebbrosi, gli ultimi sono i protagonisti del vangelo, con loro impariamo a vivere con giustizia e nella pace. Le ingiustizie, qui e nel mondo, devono essere viste con gli occhi degli ultimi.

Allora fioriranno piccole minoranze di volontariato. Gruppi di assistenza e partecipazione. Rete Lilliput, iniziative di pace, giustizia, solidarietà. Restituire l’infanzia:adozioni…

“La civiltà non è il numero, né la forza, né il denaro. La civiltà è il desiderio paziente, appassionato, ostinato che vi siano sulla terra meno ingiustizie, meno dolori, meno sventure. La civiltà è amarsi” (R. Follereau)

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