IO MUSULMANO GLI SCRITTI DI ZAHOOR AHMAD ZARGAR

Nota: Scritti che riguardano il mio essere musulmano, Presidente della Comunità dei Musulmani della Liguria, Responsabile del Dipartimento non arabofoni dell’UCOII, impegnato per il dialogo, l’integrazione-interazione e la pace.

Forse non tutti ricordano la novella “Melchisedech e il Saladino” che fa parte del Decameron del Boccaccio, che compare però già poche decine d’anni prima nella raccolta di autore sconosciuto “Novellino” e la cui origine è probabilmente in un testo arabo del XII secolo nato in area iberica dove si verificava, sotto la dominazione islamica, la convivenza tra le fedi e la tolleranza religiosa. Si narra, appunto, che il Saladino dicesse ad un ricco giudeo di nome Melchisedech che, stimandolo savissimo nelle cose di Dio, voleva sapere da lui delle tre religioni, giudaica, islamica o cristiana, quale fosse la migliore. Naturalmente, Melchisedech aveva capito che il Saladino voleva coglierlo in fallo perché, se avesse risposto che la migliore era la giudaica egli si sarebbe sentito offeso, ma se avesse risposto che la migliore era l’islamica, il Saladino gli avrebbe chiesto, dunque, perché rimaneva ebreo. Allora egli raccontò una novelletta.

C’era un ricco uomo che aveva un anello con una pietra di grandissimo valore a lui trasmessa in eredità da molte generazioni; ma aveva tre figli, tutti belli e virtuosi e non sapeva a quale dei tre lasciarlo, perché tutti lo meritavano. Allora fece fare altri due anelli, così perfetti che egli stesso non avrebbe riconosciuto più quello vero, e ne diede segretamente uno ad ogni figlio, così che ognuno pensasse di essere il vero erede del padre suo. Ma quando ognuno di loro tirò fuori il suo anello per poter dimostrare di essere il figlio prescelto, la questione rimase pendente. E così è delle tre religioni date da Dio padre, concluse Melchisedech, ognuna crede di essere la prediletta da Dio, ma quale sia veramente la migliore lo sa solo il Padre. Il Saladino, a quelle parole, non poté sollevare nessuna obiezione.

Io credo che questa novella del 1300, rappresenti bene anche la situazione attuale. Il dialogo tra le religioni non è lo studio di quale sia la migliore tra di loro. E’ evidente che per ogni credente la sua fede, se sincero, è quella giusta ma non può mai denigrare quella degli altri, perché davvero non sa se abbia l’anello vero.

Film, parole scritte e dette che fomentano l’odio, magari per fare audience o per vendere libri e giornali, le dobbiamo combattere con una sola voce: il dialogo.

Il dialogo e la pace saranno la nostra forza, non andremo a cercare cosa hanno fatto di male gli uomini nel corso della storia, non certo spinti dalle religioni, ma prenderemo ad esempio le persone migliori che hanno accettato l’altro, il diverso senza denigrarlo, per crescere una generazione di uomini migliori.

Noi musulmani crediamo che l'Islam, essendo una religione rivelata, sia il giusto sentiero ed un codice completo di vita per tutti i tempi e per l'intera umanità. Crediamo, dunque, che l'Islam abbia un messaggio ed una missione per il mondo intero. Il messaggio è di pace, armonia e tranquillità nella società, così che la vita sia una benedizione, pacifica e felice. La missione è quella di stabilire una società basata sulla giustizia sociale, l'uguaglianza, la fratellanza ed il rispetto per i diritti umani.

La fede, la preghiera ed i riti sono importanti, ovviamente, ma il nocciolo del vero messaggio islamico è il servizio verso l'intera umanità, il rispetto per i diritti di ciascun individuo e ciascuna comunità, la santità della vita singola e familiare, il sacrificio per i propri simili e la responsabilità dello Stato verso tutti i suoi cittadini, senza discriminazioni basate sul credo, la religione, il colore, la razza, l'etnia o altro.

L'Islam è una religione che mira alla fratellanza universale. L'Islam chiede ai suoi seguaci di capire la loro responsabilità nei confronti dell'umanità. Non è sufficiente definirsi musulmani, offrire le preghiere regolarmente ed avere fede. C'è di più nell'essere musulmani, ed è la dimensione sociale, umanitaria e legale dell'Islam: servire da modello per l'intera umanità e promuovere conoscenza e giustizia.

L’Islam promuove la pace, l’amore e l’armonia fra la gente. La parola “Islam”, inoltre, è derivata dalla parola araba Salam (pace). I musulmani salutano dicendo “As-salâmu ‘alaykum”, che significa “La pace sia con te”. E la risposta è: “Wa ‘alaykum ‘s-salâmu”, che ha lo stesso significato.

Lo scopo di un buon musulmano non è di convertire, ma di lavorare per la pace così come ci richiede la nostra religione e soprattutto la nostra coscienza. La conversione è a Dio, non importa attraverso quale mezzo, e Dio non ha chiesto di aderire tutti ad un’unica religione.

“O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Dio, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Dio è sapiente, ben informato.” (Sura 49, Le Stanze Intime, v.13)

“Ma quelli che credono, i seguaci di Mosè, i seguaci del Nazareno, i Sabei, quelli che credono in Dio e nell’ultimo giorno e operano il bene, avranno la propria ricompensa presso il Signore e non avranno da temere nulla e non avranno nessun motivo per rattristarsi.” (Sura II, La Giovenca, v. 62) 

Ogni Sura inizia con la frase “Bismi Allahi alRahmani alRahymi” (Nel nome di Dio, Misericordioso e compassionevole). Questa frase, detta basmala, è la più ripetuta perché ogni musulmano inizia ogni giornata, ogni lavoro, ogni azione, con questa formula.

Ecco la I Sura del Corano, che è una preghiera, la SURA Al-Fatiha, denominata “L’aprente il Libro”: 

1 Nel nome di Dio, misericordioso e compassionevole.

2 La lode spetta a Dio, il Signore del mondo,

3 Il misericordioso, il compassionevole,

4 Il padrone del giorno del giudizio.

5 Te noi serviamo e Te noi invochiamo in aiuto,

6 Guidaci per il retto sentiero,

7 Il sentiero di coloro che Tu hai favorito,

Contro i quali Tu non sei adirato e che non vanno errati.

Al momento dell’esortazione alla preghiera viene sempre pronunciato: “Allahu akbar”, “ Dio è il più grande” o “ Dio è più grande”. Nulla è simile a lui.

Secondo il Corano, poi, i nomi più belli di Dio sono 99 ed essi vengono recitati dai musulmani pii facendo scorrere tra le mani un rosario di 99 grani. “Ad Allah appartengono i nomi più belli: invocateLo con quelli e allontanatevi da coloro che profanano i nomi Suoi: presto saranno compensati per quello che hanno fatto.” (Sura VII, Al-A’râf, v.180)

Il mondo migliore secondo l’Islam è il mondo della pace. La stessa parola Islam significa pace. Nel Corano c’è il riferimento a “case della pace”, che significa costruire la pace sulla terra, così che Dio conceda la pace al costruttore di pace non solo nella vita terrena ma anche al di là. Secondo l’Islam sono tre le cose fondamentali per la pace: la compassione, il perdono, il rispetto per tutti.

1, la compassione: vi sono numerose Sure su questo argomento nel Corano e negli hadith; ad esempio, il Profeta ha detto: “Siate compassionevoli con gli altri, così Dio sarà compassionevole con voi. L’Islam ha fatto diventare la compassione interesse di ciascuno di noi: essere compassionevoli negli affari quotidiani con gli altri perché Dio lo sia con noi che ne abbiamo tanto bisogno.

2, il perdono: “Affrettatevi al perdono del vostro Signore e al Giardino vasto come i cieli e la terra che è preparato per i timorati, che donano nella buona e nella cattiva sorte, per quelli che controllano la loro collera e perdonano gli altri, poiché Dio ama chi opera il bene" (Corano, Sura 3: 133-134) Il perdono è molto importante per lo stesso motivo: se noi sappiamo perdonare, Dio perdonerà noi e Dio ama chi sa controllare la sua collera.

La seguente storia evidenzia quanto l’uomo debba perseguire semplici virtù e sfuggire la rabbia. Si racconta che un beduino andò dal Profeta e gli chiese alcune questioni.

Beduino: Io desidero essere la persona più ricca al mondo.

Profeta: Sii contento e sarai la persona più ricca al mondo.

Beduino: Io vorrei essere il più sapiente del mondo.

Profeta: Temi Allah e sarai il più sapiente del mondo.

Beduino: Io vorrei essere il più giusto degli uomini.

Profeta: Desidera per gli altri quello che desideri per te e sarai il più giusto degli uomini.

Beduino: Io vorrei essere il migliore degli uomini.

Profeta: Sii buono con gli altri e sarai il migliore degli uomini.

Beduino: Vorrei essere il più onorabile degli uomini.

Profeta: Se tu non ti lamenti con nessun altro uomo tu sarai il più onorabile degli uomini.

Beduino: Io desidero essere salvo dall’ira di Allah il Giorno del Giudizio.

Profeta: Se tu non perdi la tua calma con nessun altro uomo, tu sarai salvo dall’ira di Allah il Giorno del Giudizio.

Beduino: Quali sono i peggiori peccati davanti ad Allah?

Profeta: La rabbia e la tirchieria.

3, Il rispetto: vorrei raccontare ancora una piccola storia, ma significativa. Una volta, il Profeta ha visto la processione di un funerale, che passava davanti a lui. Il Profeta era seduto e si alza in piedi. A questo punto, il suo compagno gli domanda: -O Profeta, perché ti sei alzato in piedi, visto che il funerale era di un ebreo, non di un musulmano?- Egli risponde:- Lui non era un essere umano? Ogni essere umano è rispettabile, ci possono essere divergenze nelle religione, cultura, o altro, ma sopra di tutto noi siamo creature di Dio.

La religione islamica, come si è detto, insegna la tolleranza, il rispetto, la ricerca della pace.

Purtroppo, oggi, in relazione ai ben noti e terribili fatti di cronaca, molte persone accomunano il terrorismo all’Islam e considerano gli immigrati ed i convertiti musulmani un pericolo sociale.

Noi, attraverso la Comunità dei Musulmani della Liguria, di cui sono Presidente, e già prima con il Centro Culturale Islamico savonese e della Liguria da me fondato nel 1997, abbiamo sempre lavorato per la corretta conoscenza reciproca e per l’integrazione, che è l’interazione, cioè il lavorare comune di tutti per il miglioramento e il progresso della collettività.

Prima di tutto, abbiamo sempre condannato apertamente il terrorismo in tutte le manifestazioni pubbliche alle quali ci hanno concesso di partecipare ed ai nostri Convegni organizzati con le altre culture e religioni (ai quali, tra l’altro, sono intervenute autorità quali il Sindaco, il Presidente della Provincia, vari Assessori ma anche il Vescovo Domenico Calcagno o suoi delegati, il Cardinal Tarcisio Bertone, oggi Segretario di Stato Vaticano, ecc.).

La maggior parte delle persone, di qualsiasi cultura, paese o religione, desidera solo lavorare in pace, crescere i figli pensando ad un futuro migliore, vivere serenamente. E questo è un periodo senza dubbio difficile per tutti, a cominciare da noi musulmani che, pur essendo persone per bene come gli altri, ci sentiamo oppressi dal sospetto…

Ma gli italiani si chiedono anche molte altre cose su di noi, lo sappiamo dalle tante domande rivolteci ai Corsi dell’UniSavona da me diretti, oppure dalla gente che frequentiamo. Alcune di queste sono molto scabrose come i kamikaze, l’infibulazione, il ripudio, la poligamia, il fondamentalismo, la guerra santa, la circoncisione, il burka, i talebani, la dignità della donna, la presenza del Crocifisso nei luoghi pubblici, l’unità di stato e religione nelle repubbliche islamiche o anche se la nostra fede si possa coniugare con le leggi di questo stato.

Altre sono meno pesanti ma, comunque, decisive per le scelte dell’esistenza, come i nostri rapporti con gli animali e l’ambiente o dell’Islam con la scienza ecc.

Per rispondere in modo chiaro e semplice a tali interrogativi, insieme con mia moglie, Renata Rusca Zargar, abbiamo scritto il libro “L’Islam possibile in Italia” casa editrice Bastogi, disponibile in tutte le librerie. In tale pubblicazione, ella mi intervista (ma anche interviene con le sue esperienze) ed io rispondo senza conformismi a tutte le questioni. In conclusione, poi, c’è anche un’appendice con alcune informazioni sull’Islam e sul Profeta, dedicate a tutte quelle persone che vogliono costruire un futuro di pace, di conoscenza e di rispetto, seguendo la strada del dialogo vero iniziato dal grande Pontefice Giovanni Paolo II, recentemente scomparso. Per questo ne consiglio la lettura: non si tratta, infatti, di propaganda religiosa ma di tante informazioni utili ad eliminare molti pregiudizi

Lo scontro di “civiltà” paventato da alcuni è solo un’invenzione di certi politici che cavalcano la naturale paura di quanto è diverso e poco conosciuto a scopi elettorali, generando odio e dolore. Invece, tutti insieme con voi, italiani da generazioni, dobbiamo salvaguardare il paese che è il nostro, perché siamo, almeno molti di noi, ormai cittadini italiani E anche chi è soltanto residente, ma condivide qui il lavoro, la scuola, le strutture per la cura della salute, i luoghi della quotidianità, deve considerare questa la sua seconda patria e come tale, amarla e rispettarla.

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